Dopo la terapia: gestire la malattia residua con la PET.

Si sente spesso parlare del follow-up e della valutazione della eventuale (si spera di no!) malattia residua. Troppo spesso sento parlare della PET e dell'abuso che si fa di questo esame che fa parte della medicina nucleare, mi sono sempre proposto di scrivere qualcosa in merito e credo sia arrivato il momento.

Volendo semplificare al massimo la discussione:

  • Seminoa: PET SI!
  • Non seminoma: PET NO!!

Ovviamente non mi sono inventato nulla né tantomeno ho le competenze per affermare ciò, ho semplicemente letto (Approfonditamente) le linee guida ed ho chiesto alla Prof. Giovannella Palmieri per avere un'autorevole conferma.

Riporto di seguito un estratto delle linee guida:

Per il seminoma

La gestione della malattia residua, nei pazienti affetti da seminoma puro, resta tutt’oggi controversa. Alcuni centri effettuano la resezione chirurgica delle masse con diametro >3 cm, mentre altri preferiscono mantenerle in osservazione. Dalla letteratura emerge che la Tomografia ad Emissione di Positroni (PET) con 2-Fluoro-desossi-glucosio (FDG) può rappresentare un valido strumento per individuare la persistenza di cellule tumorali vitali in una massa residua, preservando i pazienti da un inutile intervento chirurgico e diagnosticando precocemente la persistenza di malattia tumorale vitale residua [Approfondisci]. [...] Sulla scorta di tali studi, nel caso si intenda avvalersene, l’utilizzo della FDG-PET è da effettuarsi dopo almeno 6 settimane dal termine dell’ultimo ciclo di chemioterapia (ovvero 9 settimane dall’inizio dell’ultimo ciclo) per la valutazione della presenza/assenza di malattia vitale nella malattia residua con diametro ≥3 cm.

Per il Non Seminoma

Nei pazienti affetti da non-seminoma avanzato o metastatico, la probabilità di presentare una massa residua dopo trattamento chemioterapico si aggira intorno al 40%, [...] La possibilità di discriminare radiologicamente la fibrosi o la necrosi dal teratoma o dalla neoplasia indifferenziata sarebbe l’ideale, ma al momento nessuna tecnica radiologica è in grado di farlo. La FDG-PET non è un esame attendibile in questi casi. Infatti, se la sua positività è fortemente correlata con la presenza di malattia vitale residua, la sua negatività non esclude la presenza di malattia vitale, specie in caso di teratoma. Pertanto, una massa residua da tumore germinale non seminomatoso che non capta alla FDG-PET va comunque rimossa chirurgicamente. In conclusione, nei pazienti affetti da non-seminoma avanzato o metastatico con malattia residua dopo chemioterapia non c’è l’indicazione ad effettuare la FDG-PET.

Quindi, se avete un non-seminoma e vi chiedono di fare un PET, fate presente al vostro oncologo che tale esame non è significativo. Ovviamente, ogni caso è a se e se da un'attenta valutazione si decide comunque di fare la PET che si faccia almeno seguendo le indicazioni delle linee guida: FDG-PET e ad almeno 6 settimana dalla fine della terapia.