La storia di Marco, una battaglia lunga 23 anni.

Tempo fa, più o meno ad inizio Marzo, ho contattato Letizia, la compagna di Marco, un ragazzo che come me ha avuto la sfortuna di dover combattere contro un tumore al testicolo. Purtroppo con lui la sorte è stata particolarmente cattiva e dopo una dura e lunga battaglia Marco ha lasciato la vita terrena per vivere nel cuore e nella mente di coloro che lo amano e che lo ricordano. Il periodo era difficile, avevo appena avuto la notizia di un altro ragazzo che ci aveva lasciati e chiesi a Letizia di condividere con noi la sua storia, le chiesi di scrivere di Marco e di come aveva combattuto con coraggio la sua battaglia. A distanza di tre mesi credo sia arrivato il momento di pubblicare la sua storia, con la speranza che possa essere di monito a tutti noi, perché sebbene il tumore al testicolo sia una malattia con un'alta percentuale di sopravvivenza, c'è pure chi, anche lottando con tutte le forze, finisce per soccombere. La storia di Marco ce la racconta di suo pugno Letizia, che gli è stata vicino fino alla fine.

«Tutto inizia nel 1992 a 18 anni. In seguito ad un trauma al testicolo sinistro e al dolore e gonfiore conseguenti Marco si accorge di avere un problema, passano i mesi e nel Maggio del '92 subisce l'asportazione del testicolo. Dall'esame istologico si legge che il suo tumore era un non seminoma: carcinoma embrionale, tumore sacco vitellino, teratoma maturo. Dalle analisi del sangue risulta che ha la bHcg negativa ma, purtroppo, l'Afp è molto alta (bHcg ed Afp sono i due marcatori più significativi nel tumore al testicolo [N.d.Kt]). Da una TAC, eseguita nel mese di Giungo, si notano delle metastasi linfonodali e polmonari e Marco subisce un intervento di linfoadenectomia per presenza di numerosi linfonodi patologici.  

Il tempo di riprendersi dall'intervento, e nel Settembre del '92 inizia la chemioterapia, gli prescrivono 6 cilci di PEB, dopo i quali può festeggiare per la completa remissione dalla malattia, anche se la terapia lo ha reso azoospermico (non produce più spermatozoi [N.d.Kt]). Dapprima fa controlli ogni 3 mesi, poi ogni 6 mesi poi, finalmente si passa ai controlli annuali. Fino al Maggio del 2010.

Dopo 18 anni di assenza di malattia, ad uno dei controlli Marco nota che l'Afp si alza fino a 280. Subito si allarma e dalla PET si nota un unico ed isolato linfonodo sub peritoneale. Si decide per la sola asportazione chirurgica e, per fortuna, tutto torna nella norma. Tre anni dopo, nel Maggio del 2013 si riscontra un nuovo rialzo dell'Afp, come al solito fa gli esami radiologici dai quali si riscontrano 2 metastasi linfonodali, numerose di piccole dimensioni polmonari e una grande metastasi ossea al femore sinistro di 10 cm. A questo punto si decide di intervenire con un protocollo terapeutico più aggressivo di 6 cicli di PEI. In seguito a questa estenuante terapia si nota una completa remissione dalle metastasi polmonari ma, purtroppo, restano Invariate quelle linfonodali e al femore. In contatto con il Dott. Nicolai ed il Dott.Necchi decidiamo di trasferirci a Milano. 

Nel Gennaio 2014, Marco subisce l'asportazione completa di femore e acetabolo da parte del Dott. Luzzati del Galeazzi di Milano. Senza un femore perde quasi totalmente l'uso della gamba sinistra. Ma è costretto a dover combattere ancora e nell'Aprile 2014 inizia un ulteriore protocollo con  4 cicli di TPG, battaglia che lo porta inizialmente ad una riduzione della malattia ma l'Afp è ancora troppo alta. Passano ancora alcuni mesi e nel settembre 2014 Marco comincia ad avvertire dolori lancinanti alla gamba destra, dai controlli si nota una grossa massa linfonodale in sede pelvica destra di 10 cm circa. Questa volta si decide di praticare alcuni cicli di radioterapia con lo scopo di ridurre il dolore e visto l'insuccesso delle linee chemioterapiche precedenti il Dott. Necchi ci propone di rientrare nel protocollo sperimentale con pazopanib (un farmaco molecolare che ha avuto successo nei casi di chemioresistenza [N.d.Kt]). Dopo solo 3 giorni di trattamento, Marco comincia ad avvertire fortissimi dolori addominali e si è costretti a sospendere la terapia sperimentale. Purtroppo, dalle analisi si riscontra che l'Afp continua a salire.»

E' il 13 Dicembre del 2014, quando Marco, a soli 41 e dopo una lunga e sofferente battaglia muore lasciano da sola Letizia e tutti coloro che lo hanno amato e conosciuto.

Durante la sua vita Marco ha dovuto combattere con forza e con coraggio, conosco il terrore della morte e so che effetto ha su di noi. Sono sicuro che ha affrontato le battaglie senza paura, sono certo che ha pensato alla morte con serenità. Oltre alla sofferenza, però, Marco ha avuto la fortuna di conoscere anche l'amore, prima con Serena, dalla quale ha avuto Alessia, una bellissima bambina che ora ha 12 anni, poi, dopo la separazione da Serena avvenuta consensualmente e con rispetto, ha rivissuto l'amore grazie a Letizia. Insomma, nella sua vita ci sarà stata anche molta sofferenza, ma di sicuro l'amore ha avuto la parte migliore.

Lo scritto di Letizia si chiude con queste parole: «L'amore della mia vita. Ha sofferto maledettamente e inutilmente. » 

La sua sofferenza deve essere un'ancora per tutti noi, la sua vita e la sua battaglia devono spronare ognuno di noi a lottare sempre. Chi combatte con tutte le forze contro un tumore, anche se muore, la sua guerra la vince comunque!

Letizia, Marco ed Alessia

Letizia, Marco ed Alessia

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